Punto primo: un ego nella persona comune non esiste.
Se ti sembra strano ciò che hai letto, lo ripeto: un ego nella persona comune non esiste.
Esistono invece al suo interno una moltitudine di ego, una legione, un marasma di ego (cioè di “io”) e questi sono la causa della sua debolezza. La sua potenzialità non si esprime neanche lontanamente appieno a seguito della mancanza di integrità.
Senza integrità si hanno al proprio interno innumerevoli forze, con il problema che ognuna “tira” in una direzione diversa. Il risultato di tutto ciò, quando va bene che non è l’immobilità, è la debolezza, è l’agire con i “se” e i “ma” dentro la testa. E’ facile comprendere come quando si è disgregati al proprio interno questo si ripercuoterà in mancanza forza, energia e vitalità, all’esterno.
Questa breve premessa è importante per non fare confusione, anche perché, si parla fin troppo spesso e male di ego, che dalla sua etimologia significa “io”, a cui spesso invece si fa riferimento con l’accezione di superbia. Per questo, dopo la breve premessa sull’ego, affrontiamo il delicato tema dell’umiltà e della superbia, i due poli dello stesso tema.
Se dentro di te c’è superbia, è inutile che tu faccia l’umile e ti atteggi da umile, perché senza che tu te ne accorga, inconsapevolmente la superbia si infiltrerà nella tua umiltà e comincerai a fare a gara nella società e con il tuo prossimo a chi è più umile giudicando e condannando ogni atteggiamento esteriore che la tua mente malata è in grado di ricondurre alla superbia. Il risultato sarà che tu, grazie al tuo comportamento, ti gongolerai, fiero della “tua umiltà”, sentendoti superiore agli altri, gentaccia che si crede chissà chi, senza accorgerti di come tu ti stia ingannando in tutta questa recita e di come la tua superbia, che tu in malomodo tramite il tuo rifiuto avevi sbattuto fuori dalla porta, sia rientrata dalla finestra.
Se dentro di te c’è superbia, non hai scampo al livello di comportamento esteriore, sia che tu ti mostri superbo o al suo opposto umile. Può sembrare disarmante questa frase, e di fatto lo è a un certo livello, quello esteriore appunto. Infatti, non è lì che “si vince” la superbia, ma solo interiormente e vedremo di seguito come.
Ma facciamo prima un passo indietro per capire da dove proviene questo atteggiamento piuttosto comune in Italia.
Nella nostra società, anche grazie al condizionamento derivante dalla chiesa cattolica, ci è stata presentata una “scatola” ben precisa dove se tu ti ci andrai a mettere al suo interno, da “bravo bambino”, riceverai dalla società tutto l’amore, l’apprezzamento, l’ammirazione e le coccole desiderate. Questa scatola porta su l’etichetta con la scritta: “sii piccolo e umile“, “non alzare la testa“, “non farti notare“, “non emergere“, “sii povero“, “sii incapace“, “sii sfigato“, e tante altre cose che ben conosci, ognuno ha la sua etichetta più cara.
Così, non è difficile vedere in giro e osservare quanta gente goda nel mostrarsi piccola, umile, quanta gente faccia a gara nel dire io sto peggio di te, io sono più malato di te, io sono più sfortunato di te, io sono più povero di te, io ho una vita più dura della tua, io non sono tanto bravo quanto te, io non merito i tuoi complimenti, non ho fatto nulla di che, figurati, quanta gente esprima così la propria superbia. E a tutto questo ci aggiungono l’aggravante peggiore: il giudizio e la critica verso tutti quelli che mostrano senza paura le proprie qualità, la propria bravura senza se e senza ma, giudizio e critica verso quelli che creano, che alzano la testa, che gioiscono e sono felici indipendentemente da tutto e tutti. “E c’è pure la crisi!” “Sfacciati che non sono altro a stare bene in questo mondo deviato!”
Il bello è che tutto questo non fa che peggiorare la loro situazione, non fa che accrescere la loro superbia inconsapevole, perché condannando gli altri, cercano di innalzare il proprio status rispetto a quello degli altri, cioè paradossalmente nel farsi piccoli, umili, e incapaci, nel loro sistema di riferimento, si vanno a vivere la tanto agognata sensazione di grandezza.
Per poter stare invece fuori da questa “scatola” sociale, c’è bisogno di saper stare sulle proprie gambe e avere centratura e pienezza all’interno di se per non dipendere dall’esterno con la sua approvazione/disapprovazione. Basta guardarsi intorno e dentro con sincerità, per notare come questo potente meccanismo dell’approvazione/disapprovazione sia diventato nella stragrande maggioranza dei casi, il regolatore dei propri sforzi e perfino delle proprie opinioni!
Inoltre, questo comportamento del finto-umile o superbo-inconsapevole, energeticamente va a creare e poi fortificare sempre più una vera e propria gabbia psichica, fatta di sbarre psichiche belle solide attorno alla propria “scatola”, e quando si sarà chiamati a mostrare i propri talenti, si dovrà uscire da questa gabbia. A quel punto, ci si sbatterà la testa contro, contro quelli che erano i propri giudizi e le proprie critiche che precedentemente venivano rivolti agli altri. L’unica via di uscita che rimarrà, sarà corciarsi le maniche e fare un lavoraccio interiore, rompere “scatola” e gabbia e cacciare la propria testa. Questo sarà un processo piuttosto doloroso ma inevitabile ai fini della libertà e del Risveglio.
“La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati.
La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura.
È la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa.
Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo, non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in sè stessi così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure.
Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c’è dentro di noi, non è solo in alcuni di noi è in tutti noi.
Se noi lasciamo la nostra luce splendere inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso.
Appena ci liberiamo dalla nostra paura la nostra presenza automaticamente libera gli altri.” – Martin Luther King
L’essere umano è stato creato per splendere, per gioire e vivere a la sua vita appieno, per emergere, ognuno nel proprio e unico, speciale talento, e non per stare in un angolino a testa bassa a fare a gara a chi è più piccolo e modesto.
Se non hai chiaro se anche tu ti sei andato rinchiudere nella “scatola” oggetto di apprezzamento sociale, ti propongo un test per scoprirlo.
Fai così, recita pubblicamente (o immagina di farlo) una parte in cui ti impegni ad apparire grande, superiore agli altri, senza se e senza ma, e osserva come ti senti. Se ti senti a disagio, con la voglia di tornare nella tua nicchia, nel tuo angolino interiore dove puoi essere piccolo, umile e insignificante, se la tua voce nella testa ti giudica e ti critica quando adottati questo comportamento, questo vuol dire che la tua superbia si annida nell’ “umiltà” esteriore e tutte le volte in cui ti mostri piccolo e umile all’esterno, allora ricevi “una carezza” dalla tua “voce nella testa”.
Prova poi a recitare una parte pubblicamente (o immagina di farlo), in cui ti impegni ad apparire piccolo, umile, incapace, modesto, ignorante. Se senti disagio e la voglia di apparire grande e superiore agli altri, significa invece che la tua superbia non è subdola, e si manifesta in maniera coerente, ti senti grande all’interno e vuoi mostrarti grande all’esterno, con il problema però di non saper apparire piccolo.
Sei invece libero da questa polarità quando sei in grado mostrarti senza alcuna paura o disagio, indifferentemente, grande o piccolo a seconda delle situazioni, a seconda di quello che le circostanze richiedono. Potrai ad esempio dire chiaramente “di questo non ne so nulla“, oppure al contrario può essere che entrerai in una certa situauzione “a gambe tese“, in maniera molto dura, forte e ferma. Ma per poter essere in grado di fare l’una e l’altra cosa c’è bisogno di integrità. Se sei in grado di manifestare senza disagio emotivo solo una delle due polarità, questo vuol dire che nella tua ombra inconsapevole, c’è l’altra polarità, e questa si manifesterà senza che te ne renderai conto!
L’umiltà è uno stato interiore e non ha a che fare con il comportamento esterno.
A questo punto, spero sia chiaro a tutti che non ci si libera dalla superbia con la sua repressione. Il rifiuto implicito nella repressione fortifica l’oggetto della repressione. Questo vale sempre e per ogni tipo di energia, non solo per la superbia.
“Quando un fatto interiore non viene reso cosciente, si produce fuori come destino. Mentre voi dimagrite, ciò che avete seppellito s’ingrassa. Se vi sbarazzate, negandole, di caratteristiche che non vi piacciono, i vostri demoni ingrassano sempre di più.” – Carl Gustav Jung
Tramite la lotta e la repressione della superbia, puoi solo pervertire quell’energia, non trasformarla. Essa continuerà ad essere dentro di te e, a causa del tuo rifiuto crescerà e come già detto, ma ci tengo a ripeterlo, fuoriuscirà perfino nella tua “umiltà”.
Dopo tutto questo discorso ti starai chiedendo: “si, ok, su alcune cose mi hai convinto, ma allora se in me c’è superbia, come faccio? Che devo fare?”
La via di uscita dal costante confronto umile-superbo, inferiore-superiore della “voce nella testa” è essere presente, ricordarsi di sé, stare nel qui-e-ora, essere testimone, vegliare, essere in meditazione, essere consapevole, auto-osservarsi in uno stato equanime, di accettazione amorevole, di non giudizio verso tutto ciò che emerge al proprio interno, compresa l’energia della superbia!
Nel momento presente non ci può essere alcun confronto e quindi alcuna polarità. Il confronto richiede l’esistenza del tempo, della memoria. Più penetrerai l’istante presente e più il tempo svanirà, e con esso ogni confronto e tutto ciò che ne consegue. Più sei presente tu e meno potrà esserlo la duale “voce nella testa”.
Quando non sei presente, tutto ciò che fai è “sbagliato”, perché è assente colui che agisce, manca il punto fermo, il punto centrale della consapevolezza, il solo dal quale può scaturire la “giusta” azione. Prima di essere umile o superbo, sii, solo in questo modo potrà avvenire quel processo magico-alchemico chiamato dagli alchimisti trasmutazione, ed è questo processo che causerà dentro di te una vera e propria trasformazione che, a poco a poco ti libererà dalla superbia.
Thank you! 🙂
Welcome!
Grazie. Mi è stato utilissimo
Mi fa piacere Donatella